Prof. Ing. Vincenzo Piluso

Presidente del Collegio dei Tecnici dell’Acciaio.

Le pagine di questo editoriale vedranno la luce sul fascicolo della rivista che tradizionalmente precede il Congresso. Si tratta, senza dubbio, dell’evento che rappresenta il momento più importante delle attività svolte dal Collegio dei Tecnici dell’Acciaio (C.T.A.) e che coinvolge nella sua organizzazione non solo l’intero Consiglio Direttivo, ma anche figure, che potremmo definire storiche, che continuano a collaborare con grande passione alle attività della nostra associazione.

Sono trascorsi ben 55 anni dal primo Congresso del C.T.A., che si svolse a Pisa nel 1967 (quando lo scrivente aveva solo 5 anni), e da allora si è svolto regolarmente con cadenza biennale attraversando l’Italia in lungo ed in largo per promuovere la cultura della costruzione in acciaio. Ho partecipato al mio primo Congresso C.T.A. ad Anacapri nel 1989 e non avrei mai potuto immaginare che un giorno lo avrei aperto in qualità di Presidente e, di questo, non posso che ringraziare il Consiglio Direttivo per la fiducia accordatami.

La XXVIII edizione del Congresso è, purtroppo, “particolare”, perché per la prima volta non è stato possibile rispettare la cadenza biennale per cause di forza maggiore riconducibili all’emergenza sanitaria. La pandemia da Covid-19 ha provocato, in Italia, oltre 170.000 decessi e non sappiamo cosa potrà accadere per eventuali ulteriori ondate e varianti successive del virus. Per ritrovare una tale ecatombe bisogna tornare con la mente alla seconda guerra mondiale, che vide circa 470.000 vittime tra militari e civili.

Pertanto, la situazione sanitaria ha costretto l’intero Consiglio Direttivo a riprogrammare il Congresso, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2021, ricollocandolo temporalmente in quella che potremmo definire quantomeno una fase di tregua. Molti obblighi in tema di prevenzione della diffusione del virus sono caduti e ciò ci ha consentito di tornare alla formula congressuale tradizionale, ossia quella in presenza. Non possiamo che augurarci una partecipazione massiccia da parte di tutti i soci e di tutti gli appassionati dell’arte della costruzione in acciaio, una partecipazione che possa segnare il ritorno alla vita normale.

Da oltre 50 anni il Congresso del C.T.A. rappresenta il massimo momento di incontro fra le tre componenti del mondo della costruzione in acciaio: la componente universitaria, la componente industriale e la componente professionale. La sinergia tra queste componenti risulta fondamentale per il continuo sviluppo dell’arte del costruire in acciaio, che vede il suo punto di forza nella capacità di sperimentare tipologie costruttive e dettagli costruttivi sempre diversi ed innovativi. Non è un caso che gli appassionati dell’arte della costruzione in acciaio siano soliti affermare che, mentre le strutture in cemento armato si calcolano, le strutture in acciaio si progettano.

Il mondo professionale deve recepire dall’industria continue informazioni su nuovi prodotti, tecnologie di fabbricazione e montaggio e standard produttivi più efficienti che possono migliorare la qualità e l’economia dei progetti e ridurre i tempi di costruzione. L’industria e il mondo professionale devono aiutare la ricerca nell’individuazione delle tematiche sulle quali focalizzare l’attenzione e gli sforzi. La ricerca nelle materie di ingegneria non può essere fine a se stessa, ma deve essere a supporto del momento creativo rappresentato dalla progettazione e/o dallo sviluppo di nuovi prodotti industriali o finalizzata al miglioramento di prodotti esistenti.

La differenza fra lo scienziato e l’ingegnere, come asseriva Theodore von Kármán, è che “lo scienziato studia ciò che esiste mentre l’ingegnere crea ciò che non è mai stato”. È quest’atto di creazione che caratterizza l’attività dell’ingegnere e deve costituire il valore aggiunto delle ricerche in ingegneria.

Sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito delle attività culturali promosse dal C.T.A. durante i periodi di restrizione e di lockdown che hanno caratterizzato l’era Covid, il programma della XXVIII edizione congressuale ha previsto un cambiamento nell’organizzazione dell’evento. Il Congresso C.T.A., che rappresenta il principale punto d’incontro, di scambio di idee, di confronto e discussione del mondo della Costruzione Metallica, ha deciso di innovare nel rispetto della tradizione. Infatti, la XXVIII edizione presenta una struttura organizzativa innovativa che prevede la partecipazione in presenza ai lavori congressuali e la partecipazione, sia in presenza che in modalità Live Streaming, ai corsi di aggiornamento professionale che si svolgeranno in parallelo rispetto ai lavori congressuali.

L’auspicio è quello di una più forte commistione delle componenti coinvolte: ricercatori, professionisti dell’ingegneria e dell’architettura delle costruzioni in acciaio, rappresentanti dell’industria della costruzione in acciaio.

L’organizzazione in parallelo dei lavori congressuali e dei corsi di aggiornamento professionale, a differenza del passato (ove gli eventi erano in serie, con i corsi di aggiornamento professionale tutti concentrati nell’ultima giornata), darà la possibilità ai professionisti interessati di frequentare tutti i corsi organizzati rivolti ad Ingegneri e Architetti che vorranno approfondire argomenti riguardanti la progettazione architettonica e strutturale delle costruzioni metalliche. Inoltre, la modalità mista, in presenza e Live Streaming, prevista per i corsi di aggiornamento professionale consente di raggiungere un numero più ampio di operatori del settore delle costruzioni in acciaio.

Un’altra importante novità è rappresentata dalla previsione di premi rivolti ai ricercatori (Best Paper Awards), ai progettisti (Best Design Awards) e ai laureandi (Best Thesis Awards).

Al termine del Congresso, come di consueto, anche il mandato del Presidente si avvierà alla conclusione. A seguito dei problemi conseguenti l’emergenza sanitaria, si è trattato di un mandato anomalo, di durata triennale, nel corso del quale si è dovuto provvedere ad una variazione di Statuto per consentire, come è tradizione, di chiudere con il Congresso il proprio impegno alla guida del Consiglio Direttivo. In questo periodo, abbiamo fatto tesoro dell’esperienza della didattica a distanza. Il C.T.A. è diventato provider del C.N.I. ed ha sviluppato numerosi corsi di aggiornamento professionale e webinar mantenendo il contatto con i propri soci in un periodo di grandi difficoltà anche in ambito relazionale.

Le numerose attività condotte in questi anni ci hanno permesso di migliorare significativamente il bilancio della nostra associazione e, conseguentemente, di affrontare il Congresso con una maggiore tranquillità finanziaria e, soprattutto, di mantenere in vita la nostra rivista, Costruzioni Metalliche, che nel 2016 rischiava di scomparire mentre, grazie all’acquisizione della stessa da parte del C.T.A., è ancora viva, e – essendo stata fondata nel 1949 – oggi rappresenta probabilmente la rivista italiana più antica nell’ambito dell’ingegneria civile.

Questo editoriale non può che concludersi con i ringraziamenti e gli auguri.

L’organizzazione di un Congresso è il frutto di tanti piccoli contributi che costituiscono il risultato di una attività di volontariato svolta da giovani e meno giovani, accomunati dalla passione per l’arte della costruzione in acciaio. Innanzitutto sento di dover rivolgere un vivo e vibrante ringraziamento a tutto il Consiglio Direttivo, alla segretaria Valeria Pasina, a coloro che io definisco le “anime nascoste” del C.T.A., ossia l’amico e collega Attilio De Martino, che da decenni segue l’organizzazione del Congresso, e la giovane collega Elide Nastri, all’intero Comitato Organizzatore locale guidato dal collega Giuseppe Brando e, fin da ora, a tutti i giovani che ci daranno una mano durante le giornate congressuali e che potranno rappresentare il futuro della nostra associazione.

Infine, un doveroso ringraziamento è rivolto ai relatori e a tutti i partecipanti, con l’augurio che quanto appreso durante il Congresso possa rappresentare, riprendendo Marcel Proust, la musa ispiratrice che con le sue chiavi magiche ci apre le porte delle dimore nelle quali non avremmo potuto penetrare da soli.

 

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