prof. ing. Giuseppe Matildi, ing. Carlo Vittorio Matildi, ing. Paolo Barrasso,
ing. Federica Ricci, ing. Valentina Antoniani, ing. Stefano Isani
MATILDI+PARTNERS, Bologna, Italy

Il viadotto sulla S.S. n.35 “dei Giovi” alla periferia nord di Milano è stato progettato nell’ambito dei lavori di adeguamento viario impostati in occasione della EXPO 2015, che prevedeva la riqualificazione con caratteristiche autostradali della S.P. n. 46 “Rho-Monza”; esso supera un plesso viario su tre livelli identificato dalla statale stessa, attualmente a doppia carreggiata ma prevista in allargamento, e alcuni rami di svincolo interrati con la viabilità locale.
Il progetto iniziale, presentato nella gara di appalto, proponeva un ponte ad arco con schema Langer e luce di oltre 220 m di difficile costruzione e oggetto di frequenti contestazioni da parte delle comunità interferite per la sua evidente visibilità; in sede di costruzione, quindi, questa ipotesi è stata sostituita da una travata di luce massima pari a 110 m da vararsi senza nessuna interruzione del traffico. L’articolo descrive la nuova struttura e le modalità di montaggio che hanno permesso di realizzare un’opera lunga 307 m, con asse curvilineo di raggio medio pari a 7500 m ed una larghezza di circa 30 m, avente appoggi al suolo di minimo ingombro.
La complessità dell’opera ha richiesto dopo il suo completamento alcuni interventi di modifica che hanno portato alla sua inaugurazione nel novembre 2022, come sarà illustrato nel presente articolo ed in quello dedicato al collaudo ed al monitoraggio dell’opera.

LA GENESI DEL NUOVO PROGETTO
Il completamento della A52, tangenziale nord di Milano, è stato previsto nell’ambito dei lavori collegati al completamento dell’anello tangenziale del capoluogo lombardo già 15 anni fa, come raddoppio settentrionale della A4 ed interconnessione efficace e diffusa tra i comuni attraversati.
Si tratta di una autostrada urbana a doppia corsia per senso di marcia, secondo il DM 05/11/2001, e il ponte sulla ex S.S. n.35 dei Giovi ne costituisce l’opera più caratterizzante assieme alla galleria “fonica”, struttura introdotta immediatamente a ovest, per mitigare l’impatto acustico del nuovo asse viario, assai prossimo ad abitazione ed insediamenti industriali.
Per un’opera così caratterizzante, tuttavia, sarebbe apparso fuori scala il ponte ad arco di grande luce, 220 m con una freccia di 42,5 m, così come previsto nel progetto approvato, tanto più perché non collegato ad ostacolo evidente da superare.
Non essendoci un ampio fiume da oltrepassare, ma un incrocio molto complesso di strade, sembrava evidente la possibilità, non semplice ma concreta, di trovare al suolo qualche ambito ove disporre alcune pile per offrire appoggio al viadotto stesso. Il faraonico ponte ad arco iniziale sarebbe perciò risultato ingiustificatamente troppo evidente per i cittadini e soprattutto troppo visibile all’estradosso non solo per chi la percorre ma anche per chi ci abita nei pressi.[…]

Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 1/2023.

Ritorna all’indice del numero.