M. Gualdi, A. Belleri, S. Labò, A. Marini
Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate, Università di Bergamo, Dalmine
A. Sato
Nagoya Institute of Technology, Nagoya, Japan

Gran parte degli edifici esistenti in Italia presenta carenze dal punto di vista energetico, strutturale ed architettonico. Recentemente, l’Unione Europea ha promosso numerose iniziative volte a mitigare gli impatti del settore delle costruzioni. Ciò implica la necessità di adottare specifiche strategie per incrementare le prestazioni delle strutture esistenti, come la progettazione di interventi di retrofit integrati energetico-strutturali, in conformità ai principi di Life Cycle Thinking. Tali interventi consentono non solo di superare le barriere alla riqualificazione, ma anche di agire contestualmente su diversi ambiti: dalla sicurezza strutturale al comfort abitativo, dagli aspetti architettonici all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. In questo contesto, il presente lavoro ha l’obiettivo di fornire valutazioni preliminari sulla possibile applicazione di pannelli in acciaio formato a freddo con macro-fori passanti per il recupero olistico di edifici esistenti in calcestruzzo armato tramite interventi condotti dall’esterno.

1. Introduzione
Il settore delle costruzioni è uno dei più impattanti su scala globale. In particolare, in Europa, è responsabile del 40% del consumo di energia, del 30% della produzione di rifiuti e del 50% del consumo di materie prime [1]. È evidente la necessità di adottare nuove soluzioni volte a potenziare la sostenibilità nel settore delle costruzioni, tenendo in considerazione gli aspetti sociali, economici e ambientali, noti come i ‘tre pilastri’ della sostenibilità [2].
Gli edifici residenziali europei sono in larga parte costituiti da strutture in calcestruzzo armato, le cui problematiche legate all’obsolescenza coinvolgono sia gli elementi strutturali che quelli non strutturali. In Italia, circa il 70% degli edifici residenziali esistenti fu costruito prima del 1974 [3]; tali edifici hanno quindi esaurito la vita nominale di 50 anni e sono stati progettati senza considerare le moderne misure per resistere alle azioni sismiche.
In aggiunta, spesso la performance energetica di tali edifici è insuffi ciente, richiedendo un’ingente quantità di energia per assicurare adeguati livelli di comfort termico agli abitanti. Risulta quindi chiara l’urgente necessità di rinnovare il patrimonio edilizio esistente. Si osserva come gli interventi di demolizione e ricostruzione non siano adottabili su larga scala a causa del notevole impatto ambientale legato al consumo di materie prime e alla produzione di rifiuti. Inoltre, l’attuale tasso di riqualificazione degli edifici esistenti si attesta a circa l’1% [4], principalmente a causa di ostacoli legati alla necessità di rilocare temporaneamente gli abitanti, e riguarda spesso interventi di solo efficientamento… […]

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