Ing. Romeo Morbidelli, F.L.M. Engineering Srl
Ing. Valentina Spadoni, libero professionista
“… La nostra conoscenza, se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile eppure è il bene più grande di cui disponiamo.” Questa citazione di Einstein induce a riflettere sulla nostra professione e sui metodi che spesso ci trasciniamo dietro senza un reale tentativo di sfruttare in pieno ciò che la scienza ingegneristica ci offre. Nello specifico si vuole sottoporre all’attenzione del lettore riflessioni sulle relazioni tra gli impianti residenziali e i sistemi costruttivi. In particolare vengono messi a confronto il sistema tradizionale “ad umido” con quello in acciaio “a secco”.
NEGLI ULTIMI ANNI il settore impiantistico relativo agli edifici di civile abitazione ha avuto uno sviluppo notevole, in particolare se paragonato agli altri campi dell’edilizia.
Si è passati da:
• impianti con caldaiette murali (spesso installate entro nicchie ricavate sulle murature esterne) e radiatori ad alta temperatura; impianti idrico sanitari con una sola valvola di intercettazione di piano e impianti
elettrici con quadretti da 8 moduli ed illuminazione con aplique;
a:
• sistemi intelligenti, in cui la gestione elettronica massimizza contemporaneamente l’efficienza energetica, il comfort ambientale e la giusta temperatura per l’acqua calda, comunicando con l’impianto fotovoltaico,
selezionando autonomamente la modalità di funzionamento più efficiente in base allo stato della rete.
• sensori di luce che gestiscono gli schermi esterni per sfruttare tutta l’energia solare disponibile in inverno e impedirne l’ingresso in estate;
• impianti di deumidificazione e di ricambio aria controllata con recuperatori di calore, abbinati ad impianti radianti per deumidificare, raffrescare e riscaldare gli ambienti, provvedendo al ricambio dell’aria esausta
con quella pulita esterna […]
Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche, n. 1/2020