Il 9 marzo 2023, presso la FAST a Milano, si è tenuto il Seminario: VERIFICA E MANUTENZIONE DI STRUTTURE METALLICHE STORICHE: ASPETTI STRUTTURALI E METALLURGICI, DIAGNOSTICA E TECNICHE DI INTERVENTO”. Il Seminario, che era fruibile anche via web, è stato organizzato da AIM – Associazione Italiana di Metallurgia, CTA – Collegio dei Tecnici dell’Acciaio e IIS – Istituto Italiano della Saldatura, ed ha riscosso un notevole successo in termini di partecipazione e gradimento.

Parecchi e di ottimo livello gli interventi che si sono succeduti nel corso dell’intera giornata.

Dopo i saluti da parte di AIM (prof. Gian Luca Garagnani, Università degli Studi di Ferrara) , CTA (Ing. Riccardo De Col), IIS Istituto Italiano della Saldatura (Ing. Michele Lanza), e del prof. Fabio Bolzoni del Politecnico di Milano, Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”, ha introdotto i lavori il prof. Mario de Miranda, dello studio de Miranda Associati, Milano,  con l’interessante relazione: Aspetti di storia dei ponti metallici,  acuto ed illuminante excursus che ha mostrato le tappe salienti nell’impiego dell’acciaio nella storia, dagli oggetti sino alle opere d’ingegneria.

A seguire, il prof. Carlo Mapelli del Dipartimento di Meccanica del  Politecnico di Milano,  ha parlato di: Caratteristiche metallurgiche degli acciai impiegati nelle costruzioni storiche, mostrando come di pari passo all’evolversi della tecnologia dei forni per la produzione dell’acciaio ed alla loro possibilità di raggiungere temperature più elevate, le qualità dell’acciaio siano andate migliorando, non solo in termini di tensioni di snervamento ma anche, e soprattutto, in termini di resilienza e di saldabilità, il che ha aperto la strada all’impiego dei procedimenti di saldatura.

Prima dell’affermarsi della saldatura e della bullonatura, il procedimento principe per le connessioni, sia in officina che in cantiere, delle strutture in acciaio, che ha dominato per tanto tempo è stata la chiodatura. Essa richiede l’intervento di manodopera altamente specializzata, essendo un processo molto legato all’abilità di chi la esegue, ed inoltre il suo lo sviluppo ha richiesto di pari passo lo sviluppo di tecniche e attrezzature per la foratura dell’acciaio. Della chiodatura, e del suo impiego che si estende nei secoli quale metodo per collegare l’acciaio anche ad altri materiali, ha parlato Alessandro Ervas, titolare della Fucina Ervas di Preganziol (TV), specializzata nel restauro di metalli d’arte, in un attraente intervento dal titolo: La chiodatura: aspetti storici, metallurgici e sociali di una tecnica plurimillenaria”.

Quando si parla di opere in acciaio, ed a maggior ragione di opere storiche, un argomento fondamentale da trattare è la corrosione, e gli strumenti per difendere l’opera da essa. I proff. Fabio Bolzoni e Matteo Gastaldi del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano hanno quindi presentato l’intervento: Meccanismo di corrosione atmosferica, forme di corrosione, valutazione della corrosione degli acciai in funzione degli ambienti di esposizione. Ispezione e monitoraggio (valutazione della velocità di corrosione)”, che ha fornito un quadro scientifico chiaro ed esaustivo del problema della corrosione e delle sue caratteristiche, nonché della normativa legata ad essa, che occorre conoscere. Successivamente, il prof. Michele Fedel dell’Università degli Studi di Trento è entrato nel merito degli strumenti che il progettista ha per difendere l’opera dalla corrosione, con l’intervento: “Metodi di protezione dalla corrosione: rivestimenti metallici e pitture. Scelta del metodo di protezione in base all’aggressività ambientale. Valutazione del degrado dei rivestimenti”.

L’argomento protezione dalla corrosione è stato quindi completato dal Dott. Fabio Favati, direttore commerciale della ditta COLGOM di Firenze, produttrice di sistemi anticorrosivi basati sulla pitturazione, il quale ha illustrato un caso concreto di intervento su un’opera storica: “Intervento di manutenzione al Ponte della Girola (Pavia)”.

Dopo la pausa per il pranzo, il seminario si è occupato delle ispezioni, identificazione dei difetti, verifiche strutturali e tecniche di ripristino dei ponti storici.

Ha iniziato il Prof. Mario de Miranda, facendo un quadro delle azioni da intraprendere per la manutenzione dei ponti storici, con il suo intervento intitolato: “Disposizioni cogenti e volontarie per l’esercizio e la manutenzione di strutture metalliche storiche”: una carrellata delle norme necessarie per l’analisi dello stato di conservazione e sicurezza delle infrastrutture, storiche e non;  un ampio discorso su diagnosi e interventi di risanamento e monitorizzazione continua delle opere.

Al termine dell’intervento il relatore ha auspicato la creazione di un gruppo di studio coordinato dalle 4 Associazioni che hanno promosso il Convegno, che raggruppi anche enti governativi, regionali ed enti locali che hanno in carico le opere d’arte, al fine di mettere a disposizione degli ingegneri linee guida e metodologie per affrontare il problema della conservazione di opere pubbliche di importanza strategica.

A seguire gli Ingg. Michele Lanza e Federico Baiardo dell’IIS – Istituto Italiano della Saldatura, con il loro intervento dal titolo: “Ponti ferroviari chiodati. Ispezione, controlli non distruttivi e modalità di ripristino tramite saldatura”, hanno parlato di fatica nei giunti chiodati, nelle saldature e nel materiale base, difettosità delle chiodature, corrosione, metodi d’indagine e strategie d’intervento, tecniche di riparazione. Quindi gli Ingg. Pierangelo Pistoletti e Luca Crespo di SETECO Ingegneria hanno parlato di verifiche strutturali, con particolare riferimento al ponte San Michele sull’Adda (*), in un intervento dal titolo: “Criteri per la conduzione di verifiche di stabilità di strutture metalliche storiche”.

La terza parte del Convegno è entrata nel vivo di alcuni case study, e qui il Ponte San Michele sull’Adda è stato l’argomento di maggior risalto. Dopo un intervento del Prof. Mario de Miranda dal titolo “Case Study” in cui sono stati esaminati tre casi emblematici di conservazione di ponti: Firth of Foth, 5 differenti ponti della Republica Ceca riparati o sostituiti, e Ponte San Michele di Paderno d’Adda, è stato il turno del Dott. Marco Palombo dell’IIS che ha parlato di: “Ponte San Michele (Paderno-Calusco): caratterizzazione tramite prove e analisi di meccanica della frattura applicata a materiali storici”, ed il Prof. Sergio Lorenzi dell’Università di Bergamo ha continuato sull’argomento con il suo intervento dal titolo: “Fenomeni di degrado e corrosione in fessura degli elementi strutturali: l’esperienza del ponte San Michele di Paderno d’Adda”.

Il seminario si è concluso alle 17:30 con un breve dibattito, con grande soddisfazione sia dei partecipanti, in presenza e in remoto, che dei relatori che hanno affrontato con perizia e competenza un argomento tanto interessante  quanto, purtroppo, poco noto al mondo ingegneristico.

Si è visto come è necessario lavorare insieme a partire da chi produce i materiali, ai quali si richiedono prestazioni sempre più elevate, continuando con i progettisti e con chi poi deve gestire e manutere opere che devono durare molto nel tempo.

Si è infine auspicato che vengano pubblicati ove possibile gli atti del convegno e che azioni di sensibilizzazione come questa siano riproposte anche in altre sedi.

(*) Un pregevole articolo sui lavori di adeguamento strutturale del Ponte San Michele sull’Adda è stato pubblicato su Costruzioni Metalliche n. 6/2021.