Prof. Marco Imperadori
Professore Ordinario di Produzione Edilizia
Politecnico di Milano

Le trasformazioni metodologiche nel mondo delle costruzioni, soprattutto in Italia, si sono sempre scontrate con una realtà poco dinamica e spesso resistente all’innovazione tecnologica, soprattutto nel comparto residenziale. Questa resistenza va equamente ripartita tra progettisti, imprese e anche clienti che restano spesso ancorati a uno status quo costruttivo ormai desueto e chiaramente non più rispondente alle attuali tematiche di efficienza energetica, comfort e impatto ambientale. La nascita di nuove filiere costruttive metalliche con stratigrafie a secco, alternative al latero-cemento, introduce un potenziale di differenziazione che si basa su un processo diverso, potremmo dire su un nuovo paradigma. Queste nuove opportunità di mercato e di ampliamento e crescita della cultura tecnica portano oggi il nostro Paese ad allinearsi rispetto alle realtà europee e offrire alle imprese italiane una più ampia proposta tecnologica. Se nel passato l’applicazione di sistemi costruttivi stratificati a secco era tipica settori specialistici (retail, ospedali, laboratori) oggi l’estensione alla casa è una realtà con diversi player industriali.
I sistemi che sfruttano i profili in acciaio sagomati a freddo (in inglese light steel frame) interessano campi di applicazione vari, nei quali la tecnica costruttiva e la varietà tipologica, funzionale ed estetica, ci offrono possibili chiavi d’azione verso un concreto e quantificabile approccio sostenibile.
Questo è chiaramente allineato agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’ONU e ai piani Europei come New European Bauhaus e Next Generation EU e Green New Deal.
La tecnica costruttiva è industrializzata e offre varianti morfologiche infinite (ben diverse dalla rigidezza tipica del “prefabbricato” cementizio), in grado di incontrare ogni desiderio compositivo architettonico, visto che la forma finale non è mai predeterminata dagli elementi costruttivi, ma si adatta alla situazione progettuale sempre diversa. Questi processi di design sono quasi sempre su piattaforme dinamiche BIM, sia nella fase progettuale che in quella realizzativa che poi nel facility management.
In Italia è evidente l’attuale stagione di fioritura di produttori e trasformatori che fanno uso dei profili in acciaio formati a freddo (classificati in classe 4) come ossatura portante primaria (balloon frame o platform frame) o anche secondaria di involucro stratificato a secco (facciate 2D prefabbricate che poi si affidano a montatori specializzati) da applicare su strutture a telaio (in acciaio, legno o anche cemento armato). Il processo costruttivo è meccanico. Gli elementi costruttivi esistono già, sono prodotti industrialmente, certificati e controllati secondo un processo di qualità edilizia e vengono assemblati come un kit a secco.
I profili d’acciaio formati a freddo vengono strutturati secondo graticci sia parietali che d’impalcato mediante fissaggi puntuali diffusi (viti, rivetti o bullonature reversibili). Pannelli, materassini isolanti, membrane tecniche e strati prestazionali completano le frontiere costruite. Dal punto di vista strutturale il comportamento è a gusci nervati, molto più simile a quanto si studia nell’ingegneria aeronautica o navale, con elementi sottili supportati da costolature secondo fissaggi diffusi e ridondanti.
Il paradigma costruttivo è sensibilmente diverso dal tradizionale latero-cemento: i telai portanti leggeri e le pareti portanti vengono posti in opera velocemente e raggiungono subito la copertura, consentendo poi di operare in un cantiere protetto dalle intemperie. Molti pre-assemblaggi sono off-site, per consentire condizioni di lavoro più sicure, qualità e anche dotazioni impiantistiche. Una volta issato lo scheletro portante in CFS (Cold Formed Steel) si procede col completamento dei tamponamenti sia esterni che interni. I pannelli sandwich (poliuretanici o con nucleo in lana minerale a seconda delle prestazioni desiderate) sono un ottimo ingrediente di questa filiera costruttiva. L’involucro esterno è fissato all’orditura del graticcio portante, su cui poggiano gli impalcati se si tratta di piccole abitazioni, mentre l’involucro interno in gesso rivestito con barriera al vapore è portato da una struttura de-solidarizzata rispetto a quella primaria, così da evitare coazioni strutturali, ponti termici, ponti acustici.
Solamente attraverso l’innovazione è possibile ottenere oggi un prodotto edilizio con elevate prestazioni anti-sismiche, acustiche, termiche, antincendio, funzionali, ecologiche, energetiche, e via dicendo.
Questo processo di industrializzazione delle costruzioni metalliche, grazie all’uso dell’acciaio formato a freddo, consente la totale libertà di espressione estetica in maniera sostenibile, usando meno acciaio ma usandolo meglio, sagomandolo e allontanandolo dal suo asse di inerzia. L’uso di sistemi con profili di esiguo spessore d’acciaio, ci mostra una filiera viva, già matura e in espansione ed è il chiaro segno di una “evoluzione darwiniana” del modo di costruire edifici in Italia.
Non è la specie più forte o intelligente a sopravvivere bensì quella più disponibile al cambiamento”, Charles Darwin.

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