Ing. Agostino Mauri(1), Prof. Fausto Minelli(2) PhD, Ing. Nico Di Stefano(3) PhD, Ing. Enrico Faccin(3) PhD, Ing. Marco Bottazzi(4), Ing. Ada Zirpoli(5) PhD
(1) Studio M+ Associati – Seregno (MB)
(2) Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni – Dipartimento di Ingegneria Civile – Università di Brescia
(3) Dipartimento di Ingegneria Civile – Università di Brescia
(4) Servizio Tecnico Patrimoniale – ASST Valcamonica
(5) Technical Manager – Harpaceas s.r.l.
Nel presente articolo vengono descritte le analisi relative alla progettazione dell’intervento di adeguamento sismico dell’ospedale di Esine (BS). L’ospedale è costituito da 7 corpi di fabbrica distinti edificati a partire dal 1980. Ogni struttura è realizzata con la tipologia costruttiva denominata “Metodo Oxford”. Questa si basa sulla realizzazione di moduli standard a maglia quadrata, con elementi prefabbricati in acciaio (colonne e travi reticolari). La modellazione agli elementi finiti, implementata tramite il software MIDAS GEN, ha consentito di valutare il comportamento globale degli edifici. Sono state eseguite sia analisi dinamiche lineari sia statiche non lineari. Le prime hanno permesso di individuare le principali criticità. Successivamente, la risposta non lineare della struttura è stata studiata mediante analisi pushover. La tipologia strutturale ha richiesto una modellazione dettagliata, in particolare delle condizioni di vincolo e della capacità dei collegamenti delle travi reticolari. I risultati, ottenuti con un livello di approssimazione crescente, hanno consentito di ottimizzare l’intervento di adeguamento strutturale, contenendo i costi e le possibili interruzioni del servizio ospedaliero.
1. Introduzione
Nel presente articolo viene illustrato il progetto di adeguamento sismico dei blocchi di degenza e piastra presso l’Ospedale di Esine (BS). L’incarico è stato commissionato dall’ASST della Valcamonica e svolto dallo Studio M+ Associati di Seregno in collaborazione con il Dipartimento DICATAM dell’Università degli Studi di Brescia. Si tratta di 7 distinti corpi di fabbrica edificati a partire dagli anni ’80 del secolo scorso e che, ancorché in continuità l’uno all’altro, risultano strutturalmente indipendenti fra loro e separati da semplici giunti termici (figura 1). In ogni caso i vari corpi sono accomunati da un’unica tipologia costruttiva denominata “Metodo Oxford”, derivato dall’esperienza inglese nella realizzazione di edifici ospedalieri standardizzati, che si basa sulla costruzione di moduli standard secondo una maglia quadrata lato 3,3 x 3,3 m, con elementi prefabbricati già predisposti per essere connessi ad altri moduli. Il metodo utilizza sempre l’elemento solaio quadrato composto da lastre nervate in c.a.o. (con altezza variabile tra 18 e 25 cm) e travi reticolari in acciaio disposte nelle due direzioni principali, aventi lunghezza 6,6 m o 9,9 m (2 o 3 moduli rispettivamente). In tal modo il sistema riesce ad ottimizzare il numero delle colonne portanti (anch’esse in acciaio) e realizzare quindi spazi liberi con area maggiore, generalmente pari a 6,6 x 6,6 m. Le facciate esterne sono realizzate parte con elementi prefabbricati pesanti in c.a.o. (appesi alle sottostanti strutture metalliche) e parte in pannelli coibentati metallici leggeri. Le figure 2-4 illustrano quanto appena descritto.
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Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 4/2023.