Il nostro Paese ha un patrimonio edilizio composto da edifici di interesse storico-artistico e da edifici residenziali, realizzati nel passato, che non sono dotati di sufficiente resistenza al sisma, come le cronache dei terremoti avvenuti negli ultimi decenni tristemente ricordano. Sarebbe quindi certamente strategico per il nostro Paese mettere in cantiere interventi di adeguamento o almeno di miglioramento sismico che riguardino tale patrimonio.

Si tratta di interventi certamente impegnativi, ma che miglioreranno con altrettanta certezza la “qualità di vita” del nostro Paese, diminuendo drasticamente il rischio di perdite di vite umane e di danni economici ingenti in seguito a eventi sismici che, senza essere delle cassandre, non è purtroppo difficile prevedere. Occorre quindi individuare le soluzioni ed i materiali più adatti, cioè più efficienti e meno costosi, da impiegare.

Con queste premesse, vi invitiamo a leggere un dettagliato e preciso intervento del prof. Federico Mazzolani e collaboratori, apparso nel n. 1/2018 di Costruzioni Metalliche, che ci mostra come, nel caso di edifici con ossatura in c.a. non progettati per sostenere azioni sismiche, il miglioramento sismico realizzato con controventi in acciaio a instabilità impedita (BRB) risulti più efficace ed economico di quello ottenuto con l’impiego di fibre di carbonio (C-FRP).

L’articolo del prof. Mazzolani vuole essere l’occasione per aprire un dibattito sull’argomento, rivolto non solo a chi si occupa di acciaio ma anche a chi si occupa di altri materiali e soluzioni per l’adeguamento sismico: chiunque vorrà discutere su questo importantissimo tema avrà spazio su questa pagina Facebook, sul gruppo “I Lettori di Costruzioni Metalliche” e sulla rivista.

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